“Il vero compagno ama in ogni tempo, ed è un fratello nato per quando c'è angustia.”
In un tempo dove il calcolo prende sempre più piede e i rapporti umani diventano di nailon, ossia, artefatti, simulati, e meccanici, dove il fluido spontaneo dell’esercizio dell’amore amicale che e la forza del cristianesimo viene sepolto da programmi e programmini, collocazioni burattinaie di convenienze opportune il tutto in un clima di chiassosa autocelebrativa referenzialità disarmante.
Ecco il nostro S.O.S a episodi biblici di nicchia che fanno la loro comparsa descrivendoci l’amicizia quella rinfrancante, quella priva di calcolo, quella che conserva l’amore agape e Filia, quella che contiene in se la parabola dinamica del soccorrevole samaritano.
Ittai esperto guerriero filisteo insieme ai suoi 600 uomini affianca Davide in un momento di forte stress fisico e psicologico di Davide che fa fronte alla cospirazione di Absalom suo figlio.
Davide dice a Ittai di desistere dal seguirlo per non incorrere in problemi.
(2 Samuele 15:19-20) “Il re disse quindi a Ittai il gattita: “Perché devi venire anche tu con noi? Torna e dimora col re; poiché tu sei uno straniero e, inoltre, sei esiliato dal tuo luogo. Fu ieri che venisti e oggi ti farò vagare con noi, per andare quando vado dovunque io vada? Torna e riconduci con te i tuoi fratelli, [e Geova eserciti verso di te] amorevole benignità e fidatezza!”
La risposta di Ittai lascia avvinto Davide, il quale probabilmente si commuove rievocando in cuor suo l’antico amore manifestato dalla sua bisnonna Rut verso Naomi.(2 Samuele 15:21-22) Ma Ittai rispose al re e disse: “Come Geova vive e come vive il mio signore il re, nel luogo dove sarà il mio signore il re, sia per la morte che per la vita, lì sarà il tuo servitore!”Allora Davide disse a Ittai: “Va e passa”. Ittai il gattita dunque passò, e anche tutti gli uomini e tutti i piccoli che erano con lui.
(Rut 1:16, 17) E Rut diceva: “Non farmi premura di abbandonarti, di volgermi dall’accompagnarti; poiché dove andrai tu andrò io, e dove passerai la notte tu passerò la notte io. Il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio il mio Dio. Dove morirai tu morirò io, e là sarò sepolta. Geova mi faccia così e vi aggiunga se altro che la morte opererà una separazione fra me e te”.
Ittai il gattita compagno nato per l’angustia chiama Rut fulgido esempio di amore e amicizia genuina che corre sul filo rosso arrivando fino a noi, protagonisti nell’ Ecclesia moderna e chiamati a mostrare questo solidale amore amicale che prevale su andazzi e architetture falsate dall’ovatta patinata delle frasi fatte o facili slogan del momento accomodanti e che permettono soprattutto di darsela a gambe in momenti veri della vita dove i fratelli ti chiedono aiuto con le loro assenze con i loro silenzi e con i loro occhi spenti e noi spettatori inermi non prendiamo iniziative perché questo turberebbe un taciuto equilibrio di uno status squò, che annulla il delizioso e vitale filo rosso tra noi Ittai e Rut.
Mera filosofia? O la storia siamo noi?
Un abbraccio vostro fratello e amico GIOSIA FIERAMOSCA.
Riflessioni tratte dall’ edificante articolo della W 15\05\2009 pagine 26-28
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