Considerazioni di Lèon prima parte
“Chiunque sia sinceramente interessato alla ricerca scientifica, scopre nelle leggi dell’universo, la presenza di uno spirito immensamente superiore a quello dell’uomo, uno spirito di fronte al quale le nostre misere forze devono farci sentire umili.” Con questa frase, il più famoso scienziato del secolo scorso, Albert Einstein, descrisse quali erano le due principali condizioni dell’uomo per scoprire, quanto di più profondo si trova nel “libro” della creazione, e cioè: la Modestia e la Logica.
E’ con questo spirito
che vogliamo scoprire, oltre che dal libro della creazione, anche dal libro più
antico ed interessante del mondo, ciò che riguarda il destino dell’uomo, la
Sacra Bibbia. Con la stessa logica e modestia di Einstein, cercheremo di
analizzare per scoprire cosa ci stia aspettando nel periodo più complesso, e
vorrei aggiungere “buio” della storia umana. Vogliamo addentrarci in questa
analisi analizzando le prime due scritture di questo libro e metterle a
confronto durante la trattazione del tema: “Un popolo”. Ge 1:28… “Siate fecondi
e moltiplicatevi e riempite la terra….” Ec 3:11 “Ogni cosa ha fatto bella a suo
tempo. Anche l’idea dell’eternità ha posto nel loro cuore, affinchè il genere
umano non trovi mai l’opera che il vero Dio ha fatto dall’inizio alla fine”.
Non ricordo il nome di quel filosofo che
disse: “un popolo che non ha storia, non è un popolo”. Ma non importa il nome dell’autore, ciò che
conta non è il nome, ma il significato della frase e la profonda implicazione
che oggi, per il singolo cristiano questa significhi.
Vorrei con questa mia
trattazione, se me lo permettete, condividere con voi alcune mie considerazioni
che ho elaborato nel corso del tempo, su come alcune scritture, confrontandole fra loro, ci possono aiutare
nella speranza che abbiamo per il nostro futuro. Questo, non come insegnamento,
ma con il solo scopo di mantenere viva la nostra fede e la nostra speranza.
Geova, il creatore ed
il proprietario dell’intero universo, qui sulla terra ha sempre avuto qualcuno
che con piena libertà lo ha servito perché ha amato, lo straordinario dono che
ci ha fatto, dotandoci del libero
arbitrio (Ge 1:26/a). L’uomo,
pertanto rappresentava “l’ombra di Dio” sulla terra (Lu 1:35).
L’argomento di cui
parleremo in questa considerazione, vorrei trattarlo in due parti, questa prima,
e la parte successiva, dove verrà trattato ciò che viene comunemente chiamata
l’escatologia dell’uomo, cioè la fine dei sistemi
di cose e delle istituzioni del dominio dell’uomo sull’uomo (Ec 8:9).
Dio ha sempre mostrato
straordinaria considerazione per la sua creatura umana, infatti perché provasse
gioia nella vita istituì la più piccola delle società, presente tutt’ora in
tutte le nazioni del mondo, la famiglia. La prima famiglia alla quale offrì
protezione, dopo il danno fatto dalla famiglia di Adamo, fu la famiglia di Noè. Va notato che assieme a
Noè vivevano anche i suoi tre figli, Sem, Cam e Iafet, questi avevano a loro
volta formato altre tre famiglie. Geova si prese cura di loro? La risposta che
ne da la bibbia è si! Dando a Noè le
indicazioni architettoniche di una enorme nave per proteggersi dalla malvagità
che si era andata creando attorno a loro, informando Noè, che avrebbe
cancellato il male dalla terra (Ge 6:5,13,14). La famiglia di Noè e le tre famiglie
dei suoi figli in piena libera scelta, decisero di seguire le indicazioni di
Dio, si costruirono l’arca che grazie a quelle indicazioni, li preservò dalla morte durante il Diluvio.
Questo fu il primo piccolo popolo che Geova salvò mediante un miracolo!
Spostiamoci avanti di secoli. Questa volta è la sorta di un grande
popolo che Geova salva da una sicura fine della sua esistenza. Era il popolo
che si era formato da Abramo, dopo che Geova gli ebbe cambiato il nome in
Abraamo (Ge 17:3-6) a motivo del patto che Egli aveva fatto con lui. Quel patto
avrebbe permesso attraverso la linea di discendenza di Abraamo tramite Isacco e
Giacobbe (Geova cambiò il nome di Giacobbe in Israele) di divenire nazioni (Ge
17:6). Arriviamo così al tempo di Mosè. Quel popolo era divenuto molto numeroso
tanto da poter formare una nazione; la promessa fatta ad Abraamo stava
prendendo forma. Quel popolo però era prigioniero in Egitto. Passarono diversi
anni dopo la nascita di Mosè, prima che Geova lo potesse liberare con un grande
miracolo formando la prima
nazione. La nazione di Israele.
Prendiamo in esame questi due miracoli e le implicazioni connesse.
Ragionando con modestia
e con la logica, esamineremo il
contenuto dei pensieri, di Dio contenuti nel libro più antico ed affascinante
del mondo, la Sacra Bibbia. Potremo capire cose che ci aiuteranno nel tempo attuale ad agire con saggezza; cose che
aiutarono i componenti dell’arca e del popolo di Israele. Prima di tutto
chiediamoci: Dove si trovavano questi due popoli durante quei due miracoli?
Il
primo, dentro una enorme nave (Ge 6:9-16) assieme agli animali che
Geova fece arrivare davanti all’ingresso dell’arca (Ge 6:20) per farveli
entrare. Da notare cosa dice la Bibbia in proverbi 12:10 “il giusto ha cura dell’anima del suo
animale domestico….”, e così il giusto
Noè ebbe cura di loro (Ge 6:21,22).
Il secondo, si trovava in un
unico luogo, l’Egitto, sia dentro la città del Faraone che nelle campagne, ma
in un'unica nazione (Ge 50:22-24). Notiamo che in entrambi i casi i componenti
si trovavano in ambienti delimitati e tutti assieme.
Questo avrebbe permesso
a Geova di realizzare due importanti
miracoli, usando tecniche simili tra loro. Questi due eventi
sarebbero
rimasti come testimonianza per tutta l’umanità.
1) Mediante il diluvio; con testimonianze fossili e con molte leggende
in quasi
tutti i popoli della terra, e cosa più importante nelle Bibbia.
2) Mediante l’apertura del mar Rosso; ed è grazie alla storia secolare
ed agli studi che
ne sono stati fatti per verificarne l’autenticità, che noi ne siamo
informati, ma anche, ed in modo principale dalla storia fornita
da Dio tramite la Sacra Bibbia. Le persone che formavano queste
due realtà,
come abbiamo detto, in entrambi i casi si trovavano in ambienti
circoscritti, e
non dispersi in luoghi diversi come oggi. Con la venuta di Gesù Cristo
infatti,
i suoi seguaci, i cristiani, singoli individui, compongono un popolo che
si
trova su tutta la terra abitata, ciascuno in nazioni diverse.
Questo è da salvare,
proprio perché si trova in pericolo come i due precedenti popoli, ma in una
condizione estremamente più grave di quella del diluvio. Gesù nella sua
profezia dichiarò che ci sarebbe stata sulla terra una tribolazione, causata
dall’uomo, tale da cancellare la vita di tutte le creature esistenti sul
pianeta, se Geova non fosse intervenuto (Mt 24:21,22).
Dove ci troviamo
ora nel corso della storia?
Nel numero speciale di
“Le Scienze” del Novembre 2016, (Edizione italiana di Scientific American) dal
tema “Il futuro dell’umanità, alla pag. 61, ho trovato il sottotitolo “Siamo
alla fine?” che faceva seguito al tema dell’articolo “La società civile resisterà?”
(di Angus Deaton); Ho ritenuto
importante confrontare l’articolo con ciò che la Sacra Bibbia rivela riguardo a
questo soggetto. Cosa rivelano le profezie contenute nel libro di Dio?
Fine prima parte
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