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Pensiero dell'anno

Mamma!
Nella vita a volte è necessario saper lottare, non solo senza paura, ma anche senza speranza.
Sandro Pertini

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17/10/15

JW - I lettori ci scrivono Anonima Sorella


Riceviamo spesso vostre esperienze. I problemi nelle congregazioni sono tanti ma frequentemente le vicende dei fratelli si ripetono. Diciamo questo con il cuore affranto perchè vorremo non fosse così. Anche in questo caso si parla dei tempi che furono e di come forse le cose dovevano andare diversamente. 

"Cari fratelli, 

vi leggo da un po' di tempo e vorrei condividere parte della mia esperienza cristiana con voi, sperando che possa essere d'incoraggiamento.



Ero una felice inconsapevole, la congregazione aveva un buono spirito di servizio e i giovani erano impegnati predicare, molti come pionieri regolari. Quando arrivava il sorvegliante era una festa, quello che diceva era legge a cui ubbidivamo con gioia. Probabilmente anche allora c'erano fratelli scontenti ma niente del loro disappunto trapelava. Non sono mai stata interessata ai fatti degli altri e quando accadeva qualcosa ero sempre l'ultima a saperlo. L'addestramento a vedere l'organizzazione con gli occhiali rosa funzionava e funziona, se qualcuno aveva da lamentarsi il problema era suo, non certo dei tdG... :)) Negli anni si cresce, da giovani adulti si comincia a vedere le cose in modo più obiettivo, specie se ci si scontra con palesi ingiustizie da parte di intoccabili nominati. Aggiungo a questi fatti l'incontro con un un anziano che da anni combatteva per salvaguardare il gregge e che, sfinito dalle continue battaglie, cominciò a parlare delle magagne con i fratelli. Le cose che diceva più di 20 anni fa non sono molto diverse da ciò di cui ci lamentiamo adesso, per es.:

-Prepotenza di alcuni nominati
-Impossibilita' di dissenso e di liberta' di pensiero
-Dubbia applicazione della profezia sulla generazione del 1914 

In breve si formo' un gruppetto di "dissidenti" attorno a questo fratello, la congregazione comincio' a risentirne spaccandosi in due. La gioia e l'amore fraterno si trasformarono in sfiducia e sospetto degli uni nei confronti dell'altro gruppo. I commenti alle adunanze diventarono un campo di battaglia..

Le visite del sorvegliante guerre aperte. Purtroppo ci furono una serie di CO davvero ottusi che mi spinsero ancor di piu' ad appoggiare il gruppo dissidente. Tanto per darvi un'idea, bastava una domanda di troppo per farti bollare come possibile apostata, discorsi dal podio con frasi del tipo: "dobbiamo ubbidire allo schiavo in ogni cosa, se ci dice che dobbiamo saltare si salta". Per cercare di fermare questo anziano dissidente, attuarono alcune "trappole" scorrette cercando testimoni in grado di confermare l'accusa di apostasia. Alla fine si dissociò e molti del gruppo lo seguirono. Rimasi incerta sul da farsi, mio marito mi disse di aspettare e vedere quali frutti avrebbero portato. Come altri gruppi di fuoriusciti, pian piano le attività mondane presero il posto degli impegni spirituali, cose che prima consideravano immorali o pagane furono reinterpretate e giustificate. No, non era la strada migliore che tanto declamava. Preso dal rancore divenne un membro attivo di un'associazione ostile ai testimoni e scrisse pure libri contro i suoi ex fratelli.
Io pensavo che questa fosse la migliore religione del mondo, adesso dopo essere diventata consapevole so che e' vero.  Ecco perché, nonostante le varie pecche, sono ancora qui. Una volta fuori, ben pochi fratelli perseverano nel cammino cristiano. I più vengono di nuovo inghiottiti dal mondo e le sue pratiche e talvolta arrivano a far guerra all'eklesia.

Alcune altre considerazioni

Il blog e' una boccata di ossigeno per quei fratelli che hanno tolto gli occhiali rosa, finalmente possono sentirsi compresi e ricominciare a trovare gioia nel perseverare. Purtroppo alcuni commenti rischiano di portarli fuori. Il fatto che vediamo le pecche non dovrebbe portarci a vedere tutto nero. L'organizzazione e' come una barca che ci traghetta attraverso questo mondo. Ogni tanto ci si pesta i piedi, qualche falla imbarca acqua ma gettarsi in mare perché il viaggio e' scomodo non e' la soluzione migliore. Solo pochi riescono ad arrivare a nuoto all'altra sponda. Inoltre sulla barca tutti devono contribuire remando, togliendo l'acqua, tappando le falle.. Insomma, anziché limitarsi a criticare le imperfezioni della barca e le mancanze dei vari passeggeri dovremmo impegnarci a fare la mostra parte. Ricordiamo anche che non dobbiamo pensare solo alla nostra salvezza, il popolo di Dio viaggia insieme, magari dovremmo accollarci qualche bagaglio di chi e' più debole e come Giacobbe, andare al passo dei fanciulli e delle pecore che allattano. 

Non e' una gara a chi arriva per primo. Non ci sara' nemmeno un premio speciale al marinaio che ha fatto di più. Forse l'ultimo tratto lo faremo a nuoto ma avremo imparato a non andare avanti in solitaria, bensì ad accollarci quelli che affogherebbero senza il nostro aiuto.

Un abbraccio fraterno a tutti voi!

1 Pietro 4: 7-19"