PANE,SOSPETTI E…FANTASIA
In questa Organizzazione di anzianicchi e di frantumatori del buon senso, oltreché di iconoclasti della realtà all’insegna del discettamento facile, non poteva mancare la viscerale abitudine alla “cultura del sospetto”, così ampiamente diffusa nelle congregazioni di tutto il mondo. Dai pastori che non pascono, ai servitori che non servono ,ai sorveglianti che ricattano, è tutta un’excalation che ha trasformato le congregazioni, nella Babele vivente che finora leggevamo solo testimoniata dalle Sacre Scritture.
Ma c’è,per l’appunto, un’altra categoria di edificatori facili con tanto di Imprimatur dall’America o dalla più vicina Betel, quella di coloro che sostengono che”…a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre si indovina…” Ai Troiani regalarono una statua di un cavallo con dentro nemici, per non parlare di Polifemo, gli altri Ciclopi ancora ridono per quella storia di “Nessuno”. “Così è se vi pare…” Pirandellianamente. E in congregazione volete che le cose siano diverse?
Narrano i “soloni” di turno che per far rigare dritti i fratelli, bisogna creare un clima intimidatorio e sospettoso. Dire e non dire. Fare e non fare. In realtà il ricorso al sospetto tradisce sempre mancanza di argomenti. Il vero problema è che spessissime volte le Scritture tacciono su molte questioni. Che fare, allora?
Creare un clima di sospetto
edifica l'ekklesia ?
edifica l'ekklesia ?
Ci pensa l’Organizzazione. Ciò che è bene per il Corpo Direttivo è anche bene per i fratelli. L’importante è “tenerli a freno ”, tenerli dentro al “recinto” per non farli scappare. Ma non dovrebbe essere la nostra coscienza ,o Dio stesso, l’Unico in grado di farci fare certe cose, sia che la Sua Parola lo permetta, sia che taccia sull’argomento, e che Egli sia il Solo che proibisce, quando la Sua Parola condanna chiaramente l’azione, sia esplicitamente che attraverso un determinato principio? Come possono uomini imperfetti e inclini all’errore, pensare di essere stati autorizzati da Dio a decidere su cosa sia giusto o sbagliato per altri? In sostanza quando il problema non è chiaro nelle Scritture, perché l’Organizzazione dovrebbe cercare di prendere il posto di Dio?
Invece è proprio questo ciò che accade e attraverso circolari, riviste, annunci e studi viene propagandato il “corretto modello” da seguire. L’Organizzazione diventa così non solo guida spirituale, ma pretende anche il controllo della vita e della mente di tutti, pena la disassociazione. Quante volte molti che semplicemente, hanno un’opinione diversa, sono descritti come simili a Satana, indipendenti, ribelli, apostati ed illegali? Ma cosa hanno fatto per meritare una tale sequela di accuse? Tra gli “errori” menzionati, ci sono il dissenso su alcuni aspetti di ciò che insegna l’Organizzazione. Ma potrebbe questa cosa, DI PER SE’, collocare una persona nella categoria di coloro che sono paragonati a Satana? Nessun’altra indicazione viene fornita e, incredibile a dirsi, nella mente di molti fratelli, inclusi anziani e sorveglianti, ciò è stato sufficiente per bollare alcuni e trattarli di conseguenza, per mandarli in depressione, per isolarli anche dai propri familiari…Non si può neanche mangiare con una persona del genere!!!!!
Nella congregazione è meglio
farsi gli affari propri ?
farsi gli affari propri ?
Da qui nasce allora la paura, il timore di parlare, i sospetti infondati. Meglio tacere e farsi gli affari propri. Il compromesso ha svilito anche il valore dei sentimenti umani…Tutta l’orgia del sospetto moralistico gioca di questi scherzi. Bisogna essere “leali” all’Organizzazione. Ma tutto ciò non è forse la prova degli estremi ai quali può condurre questa forma di “lealtà” ad un ‘Organizzazione e di come accade che persone in fondo benevole e benintenzionate siano indotte a prendere decisioni e a commettere azioni aberranti e crudeli, per non dire diaboliche? Cosa succede quando le desiderabili qualità di unità sono sostituite dalla pretesa di un conformismo istituzionalizzato e indiscutibile sottomissione?
Fino a che punto poi il clima di sospetto possa generare degli equivoci e calunnie comunque pesanti e difficili da cancellare, lo dimostra l’esperienza di una sorella che aveva commesso fornicazione, ma quell’idea era così ripugnante alla sua mente che lei, di fatto, credeva di non aver commesso fornicazione: eppure era incinta!!! Qui non solo si sospettava di lei, addirittura c’era la prova della colpa, cioè la pancia gonfia. Che dire, però, se un’attenta indagine mostrasse che ella aveva una ciste nell’utero?’, sicché ella diceva in effetti la verità? Eppure era stata sottoposta a calunnie, dicerie che sospettavano che ella fosse incinta… Chi l’avrebbe poi liberata comunque dalle voci di sospetto( tanto qualcosa di vero c’è sicuramente, giurano le malelingue) e che hanno comunque, infangato il suo nome ?Vox populi, vox dei,( un’opinione condivisa da tutti, non può essere falsa!)
La Parola di Dio non si concilia
con la cultura del sospetto ?
Quello che risulta spesso difficile da capire e da collegare con la Bibbia, sono i modi in cui si compiono determinate azioni, le reazioni precipitose, il clima di sospetto con cui si viene trattati, i metodi adottati, il trascurare e il respingere le informazioni ottenibili dalle persone, i tortuosi approcci adoperati per procurarsi informazioni pregiudizievoli, la coercizione mediante la minaccia di disassociazione per ottenere cooperazione e soprattutto lo spirito manifestato: lo schiacciante dispotismo, l’insensibile approccio legalistico e la severità assolutamente priva di misericordia…Non ricorda il modo di fare dell’Inquisizione?
La loro segretezza giudiziaria era “necessaria”, la loro evasività veniva considerata strategica, si insisteva nel mantenere segreti i loro procedimenti giudiziari. Si aspettavano che le loro azioni fossero considerate come evidenza di zelo per Dio, per la verità rivelata, mentre, contemporaneamente, sospettavano il peggio in tutto ciò che l’accusato aveva fatto…
Il problema è non se Dio ha un’Organizzazione sulla terra, ma che genere di Organizzazione?
Autoritaria, o quella di una congregazione di fratelli in cui la sola autorità dovrebbe essere quella di aiutare e mai di dominare?
Il problema è non se Dio ha un’Organizzazione sulla terra, ma che genere di Organizzazione?
Autoritaria, o quella di una congregazione di fratelli in cui la sola autorità dovrebbe essere quella di aiutare e mai di dominare?
Spetterà a tutti noi, Consapevoli, anche attraverso clamorosi gesti di protesta, cercare di riumanizzare un mondo, un sistema, un’Organizzazione che ha smarrito non solo ogni retta regola di comune buonsenso, ma anche la propria identità…squalificata in quarta serie dalla considerazione dei fratelli, proprio per la qualità scadente di tanti suoi illustri rappresentanti…
Il Conte Oliver
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