Questo mio post forse è troppo lungo per il blog... ma mi piacerebbe condividerlo con voi. Riguarda l'interpretazione data sulla Generazione che è cambiata nel corso del tempo.
Sono johNDoe.
Questa cosa sull'interpretazione della generazione è una cosa che da tempo mi fa riflettere.
ricordo da piccolo facevo spesso dei calcoli. se la generazione abbracciava quelli che erano in vita all'inizio del 1914 e che avevano visto gli avvenimenti di quel tempo, non sarebbero passati molti altri anni.
prima consideravo i miei nonni, poi quando sono venti meno, avevo in mente qualche sorella anziana della congregazione, poi qualcosa comnciò a cambiare. forse fu proprio una domanda dai lettori apparsa in una rivista del 1989 "I cristiani del I secolo credevano che la fine di questo sistema malvagio venisse nell’arco della loro vita?" che cominciò a farmi riflettere.Matteo 24:42 “Siate vigilanti, dunque, perché non sapete in quale giorno verrà il vostro Signore”
, 1 Tessalonicesi 5:1 "Ora circa i tempi e le stagioni, fratelli, non avete bisogno che vi si scriva nulla. Poiché voi stessi sapete benissimo che il giorno di Geova viene esattamente come un ladro di notte". L'articolo commentava:
"Senza dubbio, per un cristiano di quei tempi non era irragionevole pensare che la fine potesse venire nell’arco della sua vita. E anche se per qualche incidente o per cause naturali egli fosse morto prima della fine, sarebbe comunque vissuto con il giustificato senso d’urgenza che Gesù e le Scritture ispirate infondevano. Tutto ciò si applica ancor di più a noi, nella tarda ora in cui viviamo. Parafrasando le parole di Paolo, non possiamo negare che ‘ora la nostra salvezza è più vicina di quando i primi cristiani divennero credenti e anche di quando noi stessi divenimmo credenti. La notte è inoltrata; il giorno si è certamente avvicinato’.
Nella storia, a cominciare dalla prima guerra mondiale, abbiamo potuto vedere accumularsi un’enorme quantità di prove, prove che dimostrano che viviamo nel termine del sistema di cose. Anziché preoccuparci di indovinare il momento esatto in cui verrà la fine, dovremmo badare a predicare la buona notizia, che può salvare la vita a noi e a molti altri. — 1 Timoteo 4:16.
Abbiamo validi motivi per aspettarci che questa predicazione sarà completata nel nostro tempo. Significa questo che sarà completata entro questo mese, questo anno, questo decennio, questo secolo? Nessun essere umano lo sa, poiché Gesù disse che non lo sapevano ‘nemmeno gli angeli dei cieli’. (Matteo 24:36) E non abbiamo neanche bisogno di saperlo mentre continuiamo a fare ciò che il Signore ci comanda di impegnarci a fare. La cosa più importante è che vengano compiute la volontà e l’opera di Dio, e che noi vi partecipiamo il più pienamente possibile. In questo modo riusciremo a “scampare da tutte queste cose destinate ad accadere, e a stare in piedi dinanzi al Figlio dell’uomo”. — Luca 21:36."
Credo sia cominciata proprio da qui una mia lettura tra le righe di affermazioni riguardanti una riconsiderazione sull'imminenza del Giorno di Geova. L'interpretazione data alla profezia della Generazione inchiodava un po' troppo i termini entro un periodo di tempo che stava inesorabilmente scadendo. Che cosa sarebbe successo? Ecco che progressivamente si sono mandati segnali riguardanti comunque l'importanza di non vivere in funzione di una data, quasi a smorzare eventuali aspettative, forse ingiustificate, disattese dal trascorrere del tempo.
Quando ho letto le nuove interpretazioni sulla Generazione, ecco ho detto, ci siamo. Scusate la estrema sintesi e semplificazione dell'argomento, ma a me pare proprio un espediente perfetto per smontare l'aspettativa che si era creata.
Adesso per altri 50 anni potremmo anche stare tranquilli in attesa.
Certo, quelle prime considerazioni sul senso di urgenza dei primi cristiani, qualità essenziale per i seguaci di Cristo, mi hanno davvero guidato in tutti questi anni. L'unica vera ragione per servire Geova, è che lo amiamo. Ci siamo dedicati a lui, e non in funzione di una data.
Sono rimasto e rimango ancora spesso perplesso sui metodi usati da molti di spingere gli altri cristiani e coloro che si avvicinavano al Popolo di Geova soprattutto e a volte soltanto, prima in base alla "data di scadenza" della Generazione, poi comunque all'imminenza del Giorno di Geova.
Quei nostri cari fratelli vissuti duemila anni fa vivevano anch'essi come se la fine dovesse arrivare da un momento all'altro. Era proprio quello che Gesù aveva chiesto loro di fare. Il senso di urgenza è davvero un forte incentivo a rimanere impegnati nelle cose spirituali e non farsi distrarre dalle cose materiali, dalla vita di tutti i giorni. D'altra parte, come qualcuno ha già scritto nei commenti precedenti, il nostro personale giorno della fine è sempre dietro l'angolo, l'avvenimento imprevisto può coglierci in qualsiasi istante, e non vorremmo certo farci trovare impreparati al proposito. e non vorremmo certo servire Geova soltanto perché c'è una fine imminente.
Ho portato dentro di me questi pensieri per molto tempo, provando una certa amarezza. Ricordo come parlando con un anziano fratello, nel servizio da più di un cinquantennio, mi disse come si ricordasse di quando ero più piccolo, e di quanto tempo fosse passato, che non si sarebbe mai immaginato che fossimo ancora qua in questo sistema di cose, che la fine non fosse ancora venuta... ma che dovevamo continuare a perseverare.
Ricordo mio padre, quando ero ancora bambino, che mi diceva che non saremmo mai invecchiati, che presto saremmo stati nel Paradiso.
Oggi siamo ancora qua, mio padre e mia madre sono invecchiati, e ricordo con nostalgia quei momenti passati. Ma sono felice che siamo ancora tutti nelle fila del popolo di Geova.
Non ho mai avuto il coraggio di esprimere questi pensieri neanche con lui, per non turbarlo.
Mi fa piacere oggi potermi sfogare con voi, perché vedo che anche altri condividono questo punto di vista.
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