Le relazioni con il nostro prossimo sono sempre condizionate dalla volontà di non cadere a indebiti compromessi "spirituali". ( Atti 5:29 ) Per impedire questo tutti noi abbiamo un acerrimo controllore interno che ci impedisce di avere questo o quel atteggiamento ritenuto poco degno e/o poco spirituale. (Atti 23:1) "Guardando attentamente il Sinedrio, Paolo disse: “Uomini, fratelli, fino a questo giorno mi sono comportato dinanzi a Dio con perfetta buona coscienza." Per coerenza ci aspettiamo quindi che quella ragionevole censura che ci siamo imposti sia però condivisa anche dagli altri. ( Lamentazioni 3:24 ) "24 Geova è la mia parte”, ha detto la mia anima, “perciò sarò in aspettativa di lui”.Ma come nelle pie illusioni non accade mai che sia così, quando i controllori interni dei fratelli differiscono per qualità e quantità nelle congregazioni possono nascere vere e proprie spaccature. Le attività delle congregazioni sono talmente intense e talmente coinvolgenti che costringono i fratelli ad avere relazioni più o meno quotidiane. Se le interpretazioni che diamo al comportamento spirituale differiscono, nasceranno inevitabilmente contrasti che io definisco "sul nulla" ma nonostante questo possono comunque arrivare anche a violenti scontri verbali ma non solo. Celebre è stato il pugno che un fratello ha dato ad un usciere del parcheggio di una assemblea per risolvere in modo efficace una questione di direttiva male interpretata.
Come anziani abbiamo spesso avuto a che fare con questioni relative alla direttiva, in particolar modo nella preparazione delle assemblee e le relative adunanze per la programmazione delle attività. Il problema è che tutte queste adunanze vengono effettuate da improvvisati comitati di gestione da fratelli che vestiti da manager argomentano su problemi che nessuno dei partecipanti conosce. Ricordo ancora gli sguardi perplessi di molti anziani mentre mi chiedevano "Scusa ma in che senso ?". Il risultato era che si facevano richieste che non si capivano e si davano risposte a schiovere senza criterio. Per ovviare a questa premessa dallo sconfortante estremo caos gli incarichi vengono dati ai soliti fratelli che creano una classe di responsabili del reparto che come una casta si tramanda le mansioni da padre in figlio ( esattamente come i notai e i tassisti). Gli incarichi alle assemblee diventano estenuanti per l'eccessivo rigore e questo viene spacciato sempre con un problema di ubbidienza alla direttiva. Così le parole dell'apostolo Paolo riecheggiano continuamente Ebrei 13:17 "Siate ubbidienti a quelli che prendono la direttiva fra voi e siate sottomessi, poiché essi vigilano sulle vostre anime come coloro che renderanno conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando, poiché questo sarebbe dannoso per voi." I sorveglianti stessi mi hanno confidato all'orecchio le differenze organizzative con altre nazioni, nella gestione delle assemblee. Triste a dirsi questi modelli vengono ripetuti dentro le congregazioni con tutti gli effetti negativi che ne conseguono.
Giacomo 13:5 "La [vostra] maniera di vivere sia libera dall’amore del denaro, accontentandovi delle cose presenti. Poiché egli ha detto: “Non ti lascerò affatto né in alcun modo ti abbandonerò”.