Ogni tanto fissava la finestra.
Quella finestra...
Un'enorme finestra sul mondo.
Immagine che, da un po' di tempo, era diventata improvvisamente ostile.
Nemica.
Non passava mai la luce attraverso essa.
Il tempo passava ma la notte non si alternava mai al giorno.
All'inverno non seguiva mai l'estate o la primavera.
Era sempre tutto buio e freddo.
Da un po' di tempo il buio e il freddo avevano preso residenza dentro il suo cuore.
Ogni tanto guardava attraverso quella finestra... ma lo faceva di nascosto.
Non poteva rischiare di essere visto.
Non doveva dare a sua moglie, o a suo figlio, l'idea di essere sleale.
Non poteva dare alcuna occasione per dire "Cosa stai facendo?"
Dal giorno in cui il figlio più giovane gli aveva detto "Dammi la mia eredità! Voglio vivere la mia vita..." la sua vita era diventata difficile.
Decisamente più triste.
Dove si trovava, adesso, suo figlio?
Stava bene?
Cosa avrebbe dato per sentire solo la sua voce! Solo la voce. Solo una volta.
Ma i mesi erano passati e l'inverno non finiva più.
"Concentrati sui tuoi privilegi..." gli aveva detto qualcuno "concentrati sulle parti... sii forte e leale... mi raccomando sii leale. Tuo figlio, in fondo, se l'è cercata. L'amore non è sentimentalismo. Ricordi cosa abbiamo studiato?"
E così anche quel giorno, il buon vecchio Timoty, dopo essersi guardato intorno per accertarsi che nessuno lo vedesse, diede quell'occhiata veloce alla finestra.
Era buio. Era inverno... ma forse domani sarebbe spuntato il sole.
Volle crederci.
Solo quella speranza lo spingeva ad andare avanti.
Adesso doveva mostrarsi forte, come ogni buon capofamiglia, e far credere che tutto andasse a bene.
Soprattutto a sua moglie... che era anche la madre di quel figlio di cui nessuno sapeva, ne poteva cercare di sapere, più nulla.
Per Aron il viaggio era stato più dispendioso del previsto.
I soldi, benché abbondanti all'inizio, finirono presto.
"Com'è possibile?" si chiese per l'ennesima volta.
Come aveva fatto a spendere quella fortuna in così breve tempo?
Certo... non era stato giudizioso.
Aveva sperperato un bel po' di denaro facendo "il generoso".
Offrendo tutto a tutti.
Una volta la pizza, una volta la bibita...
Cercando di farsi amici un po' tutti.
E ripensadoci non era stato neppure irreprensibile.
Aveva fatto tante sciocchezze.
Le donne gli piacevano... uff!
Non era mai successo finché viveva a casa di suo padre... e certo non era andato via con l'intenzione di vivere una vita immorale.
Se lo ripeteva e se lo ripeteva.
Non era partito con quell'intenzione...
Ma vivendo da solo e con tutti quei soldi (almeno all'inizio)... cominciò a credere che non sarebbe stato così male provare.
Le donne erano belle, ammiccanti... il desiderio era forte.
Il peccato lo aveva avvinto ormai tante volte.
Chissà se suo padre lo avrebbe mai perdonato...
"No" pensò "non mi perdonerà mai".
Da quando aveva finito il denaro aveva fatto di tutto per sopravvivere ma adesso le agenzie interinali neppure lo chiamavano più.
La sua padrona di casa l'avrebbe sbattuto fuori l'indomani.
Senza soldi... senza un tetto sulla testa... senza più amici.
Dove sarebbe andato?
Cosa avrebbe fatto?
Sarebbe morto di fame?
Sicuramente i suoi ex fratelli non gli avrebbero mai dato aiuto perché ne sarebbe andato della loro reputazione e leatà.
Aiutare lui?
Uno che aveva tradito tutto e tutti... che aveva abbandonato il padre anziano e che avevo speso tutto in divertimenti immorali?
Probabilmente sarebbe morto di fame o di freddo.
La fuori, e se ne rendeva conto solo adesso, faceva così freddo!
"Eppure..." pensò... "mio padre ha una discreta attività commerciale. E' benestante. Ha molti dipendenti".
Sarebbe potuto tornare come se nulla fosse accaduto?
Sarebbe potuto tornare da figlio?
"No... assolutamente no" disse fra se.
"Sono troppo sporco per pretendere che lui mi riaccolga. Ma se lo implorassi di assumermi... anche come l'ultimo dei manovali... come l'ultimo degli sguatteri nella sua fattoria... allora forse..."
Fece uno sforzo.
Ormai non c'era più motivo per essere orgogliosi.
Aveva addirittura desiderato mangiare il cibo dei porci... la dignità l'aveva svenduta al peggior offerente!
La fame lo stava dilaniando.
Era il quarto giorno che non mangiava.
"Tornerò da colui che una volta era mio padre" disse "e lo supplicherò, in gionocchio, di farmi fare qualsiasi cosa. Lo supplicherò di aiutarmi a sopravvivere in questo mondo. Dormirò nella stalla e mangerò un solo piatto al giorno. Non chiedo altro".
Il giorno dopo non fu un giorno come gli altri per il buon vecchio Timoty.
Fece la cosa che, ormai come un rito, faceva tutte le mattine... e vide un raggio di sole!
Suo figlio stava arrivando, barcollante e sporco...
Nessuno dei suoi dipendenti lo riconobbe e infatti lo trattenevano dall'avvicinarsi troppo alla fattoria.
Ma Timoty uscì correndo... si liberò dei suoi dipendenti e presto furono faccia a faccia.
Padre e figlio.
Il figlio si gettò ai suoi piedi e disse... "‘Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te. Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Fammi come uno dei tuoi salariati’".
Timoty, dapprima felice si scurì in viso...
Che cambiamenti aveva fatto, davvero, suo figlio?
"Cosa ti ha spinto a venire fin qui?" chiese.
"Ho peccato contro il cielo e contro di te" disse ancora "non ho più una casa... non ho un soldo... ho fane! Fammi come l'ultimo dei tuoi salariati"
Allora il padre gli disse... "Figlio... la tua è la classica tristezza secondo il mondo e non secondo Dio. Sei venuto da me perché hai fame, giusto? Perché non sei venuto quando avevi lo stomaco pieno?".
"Ma... padre..." disse il figlio "fammi come l'ultimo dei tuoi salariati!"
"E cosa direbbero i fratelli sul fatto che ho rapporti e tengo in casa un disassociato? Mi dispiace... ma torna quando sarai veramente pentito".
Proprio in quel momento uscì di casa la mamma e il fratello maggiore che fecero entrambi finta di non vederlo.
Passarono oltre.
D'altronde erano tutti leali all'organizzazione... non a caso non avevano mai risposto, mai, a nessuna delle sue telefonate.
Lui era tornato perché aveva fame... troppo facile no?
Liberamente tratto dalla "Parabola del figluol prodigo"
... o forse no?
Matteo 9:13; Matteo 15:6b
Israeli
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