Cari fratelli,
desidero esprimervi un sentito ringraziamento per l'impegno e la fatica che avete profuso affinché anche quest'anno potessimo riunirci in un congresso spirituale e stare insieme a compagni di fede di tante congregazioni.
Organizzare un congresso, preparare video, discorsi e tutto ciò che serve affinché possiamo goderci questi giorni speciali richiede tempo ed energie in notevole misura. Per questo ritengo che oltre ai dovuti ringraziamenti sia doveroso esprimere anche una critica se necessario, affinché tutti questi sforzi non si perdano diventando fonte di Scoraggiamento anziché di edificazione.
Mi riferisco in particolare al simposio di venerdì pomeriggio: Sosteniamo lealmente la giustizia di Geova.
Il video e i discorsi hanno chiaramente espresso l'idea che isolando il più possibile un disassociato si incoraggera' a tornare a Geova.
Trovo questo modo di pensare, perdonate la franchezza, contrario alla giustizia di Geova, allo spirito cristiano e alle scritture.
Se la disassociazione è una disciplina necessaria, il modo di affrontarla andrebbe rivisto alla luce dei principi biblici. "Ti sia come un uomo delle nazioni, non mangiando nemmeno.., cessar di mischiarsi in compagnia... " davvero pensate che l'attuale rigida interpretazione sia corretta?
Gesù fu disposto a parlare con esattori e prostitute, considerati disassociati dal popolo ebraico. Venne per i malati e non per i sani, insegnò che aveva più valore la misericordia rispetto al sacrificio... davvero pensate che voglia che un genitore rifiuti ogni contatto con un figlio disassociato, come rispondere ad una telefonata?
Ricordate l'esempio del figliol prodigo? Il padre corse incontro al figlio, lo abbracciò, lo accolse appena scorse un segno del ritorno.
Riflettete, una persona che torna perché isolata dalla famiglia tornerà per Geova o per gli affetti perduti?
Inoltre questo trattamento nella maggior parte dei casi non fa che incattivire molti disassociati.
In 30 di vita cristiana, pur con i dovuti paletti non ho mai trattato in questo modo i fratelli disassociati. Ho sempre cercato il modo di incoraggiarli, fosse anche un sorriso quando li vedevo in congregazione, o un bigliettino con una frase positiva. Il risultato una volta tornati è stato che quei piccoli gesti hanno dato loro la forza di non mollare e di perseverare per tornare.
È l'amore che attrae, non la giustizia inflessibile, Geova é amore.
Rimane la scrittura ..."Non rivolgere nemmeno un saluto"; ma avete letto nel contesto a quale tipo di disassociati si riferisce?
Con affetto fraterno,
Maria Rossi
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