Patti chiari
Testimoni di Geova si
diventa e non si nasce. Quindi, essere cristiani testimoni di Geova è
una scelta libera e consapevole che ogni membro condivida valori,
precetti e vita di comunità. Questo è uno dei motivi per cui i testimoni di Geova non battezzano neonati e tutti
gli individui in genere che non sono naturalmente consapevoli. Questo aspetto risulta evidente quando si deve considerare la disassociazione di un membro aderente. Perchè ? Perchè la disassociazione potrebbe avere pesanti ripercussioni relazionali che coinvolgono la vita dell'individuo. Questo tipo di regola deve essere chiara sin dall'inizio altrimenti le aspettative che ci poniamo possono non essere realiste. La disassociazione è un
aspetto importante che fa parte della vita stessa della comunità
cristiana. Questa possibilità è essenziale nella comunità è un
principio biblico è deve essere salvaguardato. Senza di essa le attività
dentro la congregazione potrebbero essere pesantemente compromesse.
Perchè viene attuata la disassociazione ? Il libro perspicacia spiega
in modo chiaro i motivi. Nella definizione del concetto si parla in
modo esplicito di "salvaguardare la purezza dottrinale e morale
dell’organizzazione" ed anche che "è necessario per
garantire l’esistenza stessa dell’organizzazione, e ciò vale in
particolare per la congregazione cristiana, che deve rimanere pura e
conservare il favore di Dio per poter essere da lui impiegata e
rappresentarlo” .
Prime conferme scritturali
Tenete a mente questo aspetto e consideriamo alcune conferme scritturali. L’apostolo Paolo, nella prima lettera ai Corinti (cfr. 1 Corinti 5:5,11,13) ordinò l’espulsione di un peccatore che aveva rapporti con la moglie del proprio padre. Si valse di questa autorità anche per disassociare alcuni che considerava apostati come Imeneo e Alessandro. (cfr. 1 Timoteo 1:19,20). A differenza di molte organizzazioni religiose che tendono spesso a sottovalutare la disassociazione, in quelle circostanze Paolo e Giovanni non usarono mezzi termini. Le trasgressioni passibili di disassociazione nella congregazione cristiana dei testimoni di Geova secondo la Bibbia sono: fornicazione, adulterio, avidità, estorsione, furto, menzogna, ubriachezza, linguaggio oltraggioso, spiritismo, omicidio, idolatria, apostasia e il causare divisioni nella congregazione. Anche se chi commette queste cose non viene automaticamente disassociato come vedremo più avanti (cfr. 1 Corinti 5:9-13; Tito 3:10,11; Apocalisse o Rivelazione 21:8). Colui che commette peccati gravi, deve essere aiutato e/o ammonito prima che sia preso contro di lui questo provvedimento. L'apostolo Paolo vuole salvaguardare la purezza morale della congregazione ma non solo. Si rende conto che in alcuni casi le congregazioni sono messe a dura prova da cristiani che sebbene non commettano peccati evidenti con il loro comportamento e il loro atteggiamento causano divisioni nella congregazione. Chi sono questi sedicenti cristiani ?
Il provvedimento della disassociazione, deve considerare anche il recupero spirituale della persona come è esposto nella seconda lettera ai Corinti (cfr. 2 Corinti 2:5-11). Vediamo ora come dovrebbero comportarsi i singoli testimoni di Geova con chi è stato disassociato dalla congregazione. La prima lettera ai Corinti 5:11 dice: “Cessate di mischiarvi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo”. L’apostolo Giovanni aggiunge un particolare in più: “Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo, poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse”. Nella seconda lettera di Giovanni (cfr. 2 Giovanni 8-11) si applica l'espulsione a chi rinnega il Cristo apostatando sulla sua natura. Questo passo risulta importante da comprendere perchè è una applicazione diretta della disassociazione verso gli apostati.
Il peccato di apostasia è da considerare in modo diverso rispetto agli altri peccati ? Riteniamo di si. Per capire la differenza possiamo fare questo esempio. Chi pecca di fornicazione o adulterio o di avidità è come quel corridore che cade durante la corsa cristiana. Ha interrotto le sue attività cadendo, però se si rialza, non dovrà fare altro che riprendere la corsa cristiana. Questo è possibile perchè è venuto meno nella applicazione di un principio. Un fratello che pecca di apostasia e quindi mette in discussione le verità scritturali è come un corridore che non segue più il tracciato, cambia via, sentiero, strada. La sua direzione non è più quella scritturale e la sua meta non è più la meta dei fratelli che correvano insieme a lui. L'apostata mette quindi in discussione il principio stesso. Se i fratelli prestassero una sponda o un orecchio alla sua voce potrebbe essere un vero disastro spirituale e per questo l'apostolo Giovanni richiama l'attenzione su di esso.
Tenete a mente questo aspetto e consideriamo alcune conferme scritturali. L’apostolo Paolo, nella prima lettera ai Corinti (cfr. 1 Corinti 5:5,11,13) ordinò l’espulsione di un peccatore che aveva rapporti con la moglie del proprio padre. Si valse di questa autorità anche per disassociare alcuni che considerava apostati come Imeneo e Alessandro. (cfr. 1 Timoteo 1:19,20). A differenza di molte organizzazioni religiose che tendono spesso a sottovalutare la disassociazione, in quelle circostanze Paolo e Giovanni non usarono mezzi termini. Le trasgressioni passibili di disassociazione nella congregazione cristiana dei testimoni di Geova secondo la Bibbia sono: fornicazione, adulterio, avidità, estorsione, furto, menzogna, ubriachezza, linguaggio oltraggioso, spiritismo, omicidio, idolatria, apostasia e il causare divisioni nella congregazione. Anche se chi commette queste cose non viene automaticamente disassociato come vedremo più avanti (cfr. 1 Corinti 5:9-13; Tito 3:10,11; Apocalisse o Rivelazione 21:8). Colui che commette peccati gravi, deve essere aiutato e/o ammonito prima che sia preso contro di lui questo provvedimento. L'apostolo Paolo vuole salvaguardare la purezza morale della congregazione ma non solo. Si rende conto che in alcuni casi le congregazioni sono messe a dura prova da cristiani che sebbene non commettano peccati evidenti con il loro comportamento e il loro atteggiamento causano divisioni nella congregazione. Chi sono questi sedicenti cristiani ?
Il provvedimento della disassociazione, deve considerare anche il recupero spirituale della persona come è esposto nella seconda lettera ai Corinti (cfr. 2 Corinti 2:5-11). Vediamo ora come dovrebbero comportarsi i singoli testimoni di Geova con chi è stato disassociato dalla congregazione. La prima lettera ai Corinti 5:11 dice: “Cessate di mischiarvi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo”. L’apostolo Giovanni aggiunge un particolare in più: “Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo, poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse”. Nella seconda lettera di Giovanni (cfr. 2 Giovanni 8-11) si applica l'espulsione a chi rinnega il Cristo apostatando sulla sua natura. Questo passo risulta importante da comprendere perchè è una applicazione diretta della disassociazione verso gli apostati.
Il peccato di apostasia è da considerare in modo diverso rispetto agli altri peccati ? Riteniamo di si. Per capire la differenza possiamo fare questo esempio. Chi pecca di fornicazione o adulterio o di avidità è come quel corridore che cade durante la corsa cristiana. Ha interrotto le sue attività cadendo, però se si rialza, non dovrà fare altro che riprendere la corsa cristiana. Questo è possibile perchè è venuto meno nella applicazione di un principio. Un fratello che pecca di apostasia e quindi mette in discussione le verità scritturali è come un corridore che non segue più il tracciato, cambia via, sentiero, strada. La sua direzione non è più quella scritturale e la sua meta non è più la meta dei fratelli che correvano insieme a lui. L'apostata mette quindi in discussione il principio stesso. Se i fratelli prestassero una sponda o un orecchio alla sua voce potrebbe essere un vero disastro spirituale e per questo l'apostolo Giovanni richiama l'attenzione su di esso.
Cosa dicono altre
scritture bibliche?
Per esempio, la
summenzionata scrittura di 1 Corinti 5:9-13, consiglia “di cessar
di mischiarsi in compagnia di alcuno chiamato fratello…”. Questa
scrittura è molto chiara, fa riferimento a quelli che rinnegano il
Cristo come appunto gli apostati, perchè solo chi ha creduto nel Cristo può
essere "chiamato fratello". Una persona del mondo non può essere considerata
fratello ne considerarsi tale. Queste persone lo ribadiamo, non
meritano la compagnia dei cristiani. Il motivo? Non si sono
comportati in modo degno del nome di Gesù e della sua congregazione.
Queste due scritture si completano a vicenda, a prescindere
dall'interpretazione che ne diamo. Ma cerchiamo di
approfondire meglio questo argomento. Spesso gli apologeti della verità usano testi dove difendono la disassociazione a spada
tratta con argomenti che potrebbero essere fuorvianti e spesso sono
in controsenso. Questi fratelli ad esempio accusano le avverse religioni di incoerenza, perché esse stesse hanno nel loro diritto
canonico forme di espulsione o di scomunica. Queste "prove" a ben vedere però non dimostrano nulla, perché non si legittima mai la nostra fede con l'intendimento apostata di un'altra religione.
L'effetto negativo che si ottiene è quello di considerarci esattamente come le altre religioni cristiane.
L'unità della
congregazione
La lettera agli Efesini
4:11-13 chiarisce ancora meglio il concetto: “…finché perveniamo
tutti all’unità della fede e dell’accurata conoscenza del Figlio
di Dio, all’uomo fatto”. È possibile l’unità della fede se ci
sono opinioni diversi nella congregazione? È ovvio che la base per
venire accettati come componenti dei testimoni di Geova non può
essere semplicemente il credere in Dio, nella Bibbia, in Gesù
Cristo, e così via. Sia il papa cattolico che l’arcivescovo
anglicano di Canterbury che professano di credere nelle stesse cose,
eppure i fedeli che appartengono a una di queste due chiese non
possono appartenere all’altra. In modo simile, il semplice fatto
che uno professi queste credenze non lo autorizza a identificarsi
come testimone di Geova. Per essere testimoni di Geova occorre
accettare tutto l’insieme degli insegnamenti della Bibbia; questi però sono
da distinguere da tutti i formalismi burocratici che non sono scritturalmente avvallati. Possiamo avere unità nel pensiero e avere forme di espressione diverse ? Noi ragionevolmente riteniamo di si.
La disassociazione è ingiusta?
La disassociazione è ingiusta?
Asserire che i testimoni
di Geova vengono disassociati ingiustamente pagando troppo duramente,
anche con forti ripercussioni sulla salute per un errore che non
avrebbero commesso, non è un gravissimo errore di valutazione ma è
semplicemente una realtà che molti hanno affrontato. Far finta che
questi ex fratelli siano il risultato di un effetto collaterale
marginale e insignificante rispetto all'intero popolo di Geova non è
ragionevole così come sostenere che i CG siano immuni da errori di
valutazione. Queste considerazioni però non sono una prova che la disassociazione sia sbagliata.
Savaguardare la
disassociazione
Partendo dal presupposto
che se un fratello smette di credere in Dio e diventa apostata non è
necessario dargli ulteriori risposte sui dubbi. Se prendo un altro
sentiero non ponendo più fede nel sacrificio del Cristo, non posso
rimpiangere di sentirmi solo e abbandonato. Ma è anche vero che se
un ex fratello ci fa una accusa, bollarlo come apostata e quindi non
degno di essere preso in considerazione, non risolve l'accusa. Tutti
i cristiani consapevoli dovrebbero tenere conto dei sentimenti di tutti anche
dei disassociati. Un modo ad esempio per salvaguardare la
disassociazione è che le regole siano coerenti per tutti.
Disassociare una persona che fuma è giusto, ma se questa persona
risulta invalida mentalmente a che serve la disassociazione ?
Ovviamente tutti i
cittadini in uno stato di diritto hanno una legislazione ufficiale a
cui si deve rendere conto. I provvedimenti disciplinari dei testimoni
di Geova non applicano le norme del processo penale in quanto non ci
sono le premesse che lo richiedono. Partendo dal presupposto che anche i CG devono tener conto della legislazione corrente, sostenere
che in Italia la defezione o l'allontanamento non sia legale non ha
molto senso. In primo luogo questo aspetto è stato
riconosciuto dallo stato italiano. Nel documento redatto lo Statuto
della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova prevede (art. 5)
che l’espulsione di un membro sia adottata dagli anziani delle
comunità locali. Nella "prassi" almeno tre anziani formano
un comitato che viene incaricato dal corpo degli anziani o
presbiterio di esaminare la condotta di un aderente, e ciò soltanto
in presenza di una grave e provata trasgressione. Il problema della
"prassi" è capire se gli anziani hanno provate capacità
di gestire la situazione in questione.
Ci possono essere casi scottanti che il peccato implichi anche reati puniti dalla legge. Questi casi devono essere gestiti con un minimo di attenzione. I problemi relativi ai casi di pedofilia o agli scandali finanziari di qualche furbetto del quartierino sono spesso sbandierati ai 4 venti. Questi scandali sono immeritatamente associati ad altri scandali di confessioni religiose ben più blasonate della nostra. Oltre al reato non vi sono molte altri elementi comuni a meno di un aspetto. Semplifico con una domanda: quanto il CG si può sovrapporre all'intervento della giustizia secolare ? Dalla scrittura di Corinti molti reati penali sono espressamente citati, in genere sappiamo come regola che tutti i reati alla persona e alle cose devono essere anche gestiti dai CG. Chiarifichiamo il concetto, i peccati però che hanno una valenza penale sono solo un piccolo sottoinsieme di tutti i peccati che i CG prendono in considerazione e di solito sono la conseguenza. Es: se commetto un furto e vengo arrestato il CG farà il suo iter che è indipendente dalle mie sorti penali.
A questo punto risulta chiaro che devono essere date indicazioni precise ai CG, per non incappare in violazioni (formali) che però nulla devono aver a che fare con il reato. I CG non devono essere accusati di favoreggiamento o di occultamento delle prove considerando che in questo caso i problemi ricadono direttamente sul CG. Consideriamo anche che sono tanti i fattori che potrebbero essere implicati nella mancata applicazione delle indicazioni e questi fattori non è detto che siano per forza imputabili all'organizzazione. Diciamo che sicuramente deve essere possibile che l'organizzazione abbia la capacità di muoversi prendendo decisioni veloci e non costretta o vincolata da meccanismi costrittivi interni. Si deve riconoscere che è oggettivamente problematico gestire le varie situazioni ma ci sentiamo di dire ai numerosi detrattori e siti canaglia vari che confondere il problema, con la gestione del problema è un palese errore di valutazione.
Ci possono essere casi scottanti che il peccato implichi anche reati puniti dalla legge. Questi casi devono essere gestiti con un minimo di attenzione. I problemi relativi ai casi di pedofilia o agli scandali finanziari di qualche furbetto del quartierino sono spesso sbandierati ai 4 venti. Questi scandali sono immeritatamente associati ad altri scandali di confessioni religiose ben più blasonate della nostra. Oltre al reato non vi sono molte altri elementi comuni a meno di un aspetto. Semplifico con una domanda: quanto il CG si può sovrapporre all'intervento della giustizia secolare ? Dalla scrittura di Corinti molti reati penali sono espressamente citati, in genere sappiamo come regola che tutti i reati alla persona e alle cose devono essere anche gestiti dai CG. Chiarifichiamo il concetto, i peccati però che hanno una valenza penale sono solo un piccolo sottoinsieme di tutti i peccati che i CG prendono in considerazione e di solito sono la conseguenza. Es: se commetto un furto e vengo arrestato il CG farà il suo iter che è indipendente dalle mie sorti penali.
A questo punto risulta chiaro che devono essere date indicazioni precise ai CG, per non incappare in violazioni (formali) che però nulla devono aver a che fare con il reato. I CG non devono essere accusati di favoreggiamento o di occultamento delle prove considerando che in questo caso i problemi ricadono direttamente sul CG. Consideriamo anche che sono tanti i fattori che potrebbero essere implicati nella mancata applicazione delle indicazioni e questi fattori non è detto che siano per forza imputabili all'organizzazione. Diciamo che sicuramente deve essere possibile che l'organizzazione abbia la capacità di muoversi prendendo decisioni veloci e non costretta o vincolata da meccanismi costrittivi interni. Si deve riconoscere che è oggettivamente problematico gestire le varie situazioni ma ci sentiamo di dire ai numerosi detrattori e siti canaglia vari che confondere il problema, con la gestione del problema è un palese errore di valutazione.
Modus operandi del
comitato giudiziario
Il comitato giudiziario
deve giudicare tre cose:
- Se il peccato è stato commesso.
- Se il peccato è di una gravità tale da comportare la disassociazione.
- Se il trasgressore è pentito.
Sul primo punto, in
mancanza di una confessione ci si basa sulle testimonianza altrui e
l’accusato può portare tutti i testimoni che vuole. Una volta
appurato il primo punto non è cosa molto complessa risolvere anche
il secondo punto. È sul terzo punto che l’accusato potrebbe
lamentarsi ritenendo di essere pentito mentre il comitato giudiziario
non lo crede. Ma su questo punto non esiste argomentazione dialettica
che possa influire sul giudizio che gli anziani devono dare in onesta
coscienza. Si tratta di giudicare come l’accusato reagisce alla consapevolezza del peccato.
Se l’accusato ritiene
in anticipo che i componenti del comitato giudiziario ce l’hanno
con lui o potrebbe esserci un conflitto di interessi per un motivo o
un altro o perché parenti dei testimoni che l’accusano ecc. può
comunque chiedere che venga giudicato da anziani al di sopra di ogni
ragionevole sospetto, se necessario, anche di altre congregazioni. In
più, dopo il giudizio, se l’accusato ritiene che il comitato abbia
fatto un grave errore di giudizio su uno o più di quei tre punti,
può chiedere che il suo caso venga esaminato da un’altro comitato
ancora. Questo è quello che dovrebbe accadere ma se questi meccanismi si inceppano i fratelli non sono disponibili, oppure ai fratelli appellanti vengono contestati vizi di forma per non aver seguito procedure si finisce in un pantano difficile da districare dove chi ci rimette è sempre l'anello debole di questa catena. La facilità con cui si ergono inutili muri di gomma è un po troppo sotto gli occhi di tutti.
Si sostiene che
In alcuni siti apologeti
si sostiene che la bontà delle disassociazioni viene determinata dal
fatto che tutte le espulsioni sono accettate senza che il giudicato
richieda appello. Sostenere che "gli anziani giudicanti hanno
come primario interesse il benessere spirituale del trasgressore e
della congregazione, sono pastori e non professionisti di mestiere
che operano con il presupposto della presunzione di colpevolezza come
fanno i magistrati inquirenti." è una bella dichiarazione di
intenti con brevi toni realistici che però non ha niente a che
vedere con la questione. Anche le questioni seguenti che si pongono
"la disassociazione è severa?" oppure "gli anziani devono
essere inflessibili" non hanno molto fondamento. Perchè ? Perchè qui
non si tratta di difendere le posizioni di disassociati ne tantomeno
di apostati che mungono a piene mani da questo blog. Partiamo dal
presupposto che questo non è un sindacato come qualcuno tenta di
inquadrarci e in questo contesto noi in controtendenza a tutti, vogliamo difendere la disassociazione stessa, perchè desideriamo
che sia applicata nel rispetto dello spirito cristiano. Perchè ?
Perchè se questo non accade siamo certi che lo spirito di Dio si
allontanerà dalla congregazione con tutti gli effetti nefasti che ne conseguono. Cosa succede quando si disassocia un minorenne ? come gestire le disassociazioni indotte ? E' lecito disassociare un malato
mentale ? Se siamo anziani consideriamo la disassociazione essenziale per risolvere i problemi nel modo più semplice ? Se come anziani rispondiamo male a questa e ad altre domande simili è
come se si accendesse una miccia ad un candelotto, potremmo non fare in tempo a lanciarlo.