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Nella vita a volte è necessario saper lottare, non solo senza paura, ma anche senza speranza.
Sandro Pertini

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15/01/17

Un popolo 1° parte


 Considerazioni di Lèon prima parte



“Chiunque sia sinceramente interessato alla ricerca scientifica, scopre nelle leggi dell’universo, la presenza di uno spirito immensamente superiore a quello dell’uomo, uno spirito di fronte al quale le nostre misere forze devono farci sentire umili.” Con questa frase, il più famoso scienziato del secolo scorso, Albert Einstein, descrisse quali erano le due principali condizioni dell’uomo per scoprire, quanto di più profondo si trova nel “libro” della creazione, e cioè: la Modestia e la Logica.


E’ con questo spirito che vogliamo scoprire, oltre che dal libro della creazione, anche dal libro più antico ed interessante del mondo, ciò che riguarda il destino dell’uomo, la Sacra Bibbia. Con la stessa logica e modestia di Einstein, cercheremo di analizzare per scoprire cosa ci stia aspettando nel periodo più complesso, e vorrei aggiungere “buio” della storia umana. Vogliamo addentrarci in questa analisi analizzando le prime due scritture di questo libro e metterle a confronto durante la trattazione del tema: “Un popolo”. Ge 1:28… “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra….” Ec 3:11 “Ogni cosa ha fatto bella a suo tempo. Anche l’idea dell’eternità ha posto nel loro cuore, affinchè il genere umano non trovi mai l’opera che il vero Dio ha fatto dall’inizio alla fine”.  

   
 Non ricordo il nome di quel filosofo che disse: “un popolo che non ha storia, non è un popolo”.  Ma non importa il nome dell’autore, ciò che conta non è il nome, ma il significato della frase e la profonda implicazione che oggi,  per il singolo cristiano questa significhi.





Vorrei con questa mia trattazione, se me lo permettete, condividere con voi alcune mie considerazioni che ho elaborato nel corso del tempo, su come alcune scritture,  confrontandole fra loro, ci possono aiutare nella speranza che abbiamo per il nostro futuro. Questo, non come insegnamento, ma con il solo scopo di mantenere viva la nostra fede e la nostra speranza.

 
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Geova, il creatore ed il proprietario dell’intero universo, qui sulla terra ha sempre avuto qualcuno che con piena libertà lo ha servito perché ha amato, lo straordinario dono che ci ha fatto, dotandoci del libero arbitrio (Ge 1:26/a).  L’uomo, pertanto rappresentava “l’ombra di Dio” sulla terra (Lu 1:35).



L’argomento di cui parleremo in questa considerazione, vorrei trattarlo in due parti, questa prima, e la parte successiva, dove verrà trattato ciò che viene comunemente chiamata l’escatologia dell’uomo, cioè la fine dei sistemi di cose e delle istituzioni del dominio dell’uomo sull’uomo (Ec 8:9). 


Dio ha sempre mostrato straordinaria considerazione per la sua creatura umana, infatti perché provasse gioia nella vita istituì la più piccola delle società, presente tutt’ora in tutte le nazioni del mondo, la famiglia. La prima famiglia alla quale offrì protezione, dopo il danno fatto dalla famiglia di Adamo,  fu la famiglia di Noè. Va notato che assieme a Noè vivevano anche i suoi tre figli, Sem, Cam e Iafet, questi avevano a loro volta formato altre tre famiglie. Geova si prese cura di loro? La risposta che ne da la bibbia è si!  Dando a Noè le indicazioni architettoniche di una enorme nave per proteggersi dalla malvagità che si era andata creando attorno a loro, informando Noè, che avrebbe cancellato il male dalla terra (Ge 6:5,13,14). La famiglia di Noè e le tre famiglie dei suoi figli in piena libera scelta, decisero di seguire le indicazioni di Dio, si costruirono l’arca che grazie a quelle indicazioni, li   preservò dalla morte durante il Diluvio. Questo fu il primo piccolo popolo che Geova salvò mediante un miracolo!


Spostiamoci avanti di  secoli. Questa volta è la sorta di un grande popolo che Geova salva da una sicura fine della sua esistenza. Era il popolo che si era formato da Abramo, dopo che Geova gli ebbe cambiato il nome in Abraamo (Ge 17:3-6) a motivo del patto che Egli aveva fatto con lui. Quel patto avrebbe permesso attraverso la linea di discendenza di Abraamo tramite Isacco e Giacobbe (Geova cambiò il nome di Giacobbe in Israele) di divenire nazioni (Ge 17:6). Arriviamo così al tempo di Mosè. Quel popolo era divenuto molto numeroso tanto da poter formare una nazione; la promessa fatta ad Abraamo stava prendendo forma. Quel popolo però era prigioniero in Egitto. Passarono diversi anni dopo la nascita di Mosè, prima che Geova lo potesse liberare con un grande miracolo formando la prima nazione. La nazione di Israele.



Prendiamo in esame questi due miracoli e le implicazioni connesse.


Ragionando con modestia  e con la logica, esamineremo il contenuto dei pensieri, di Dio contenuti nel libro più antico ed affascinante del mondo, la Sacra Bibbia. Potremo capire cose che ci aiuteranno nel  tempo attuale ad agire con saggezza; cose che aiutarono i componenti dell’arca e del popolo di Israele. Prima di tutto chiediamoci: Dove si trovavano questi due popoli durante quei due miracoli?   

Il primo, dentro una enorme nave (Ge 6:9-16) assieme agli animali che Geova fece arrivare davanti all’ingresso dell’arca (Ge 6:20) per farveli entrare. Da notare cosa dice la Bibbia in proverbi 12:10 “il giusto ha cura dell’anima del suo animale domestico….”, e così il giusto Noè ebbe cura di loro (Ge 6:21,22).  

Il secondo, si trovava in un unico luogo, l’Egitto, sia dentro la città del Faraone che nelle campagne, ma in un'unica nazione (Ge 50:22-24). Notiamo che in entrambi i casi i componenti si trovavano in ambienti delimitati e tutti assieme. 


Questo avrebbe permesso a Geova di realizzare due importanti miracoli, usando tecniche simili tra loro. Questi due eventi sarebbero rimasti come testimonianza per tutta l’umanità.  1) Mediante il diluvio; con testimonianze fossili e con molte leggende  in  quasi  tutti i  popoli  della terra, e cosa  più  importante  nelle  Bibbia.  2) Mediante l’apertura del mar Rosso; ed è  grazie alla storia secolare ed agli studi che ne sono stati fatti per verificarne l’autenticità, che noi ne siamo informati,  ma anche,  ed in modo  principale  dalla  storia  fornita  da  Dio  tramite la  Sacra  Bibbia.  Le persone che formavano queste due realtà, come abbiamo detto, in entrambi i casi si trovavano in ambienti circoscritti, e non dispersi in luoghi diversi come oggi. Con la venuta di Gesù Cristo infatti, i suoi seguaci, i cristiani, singoli individui, compongono un popolo che si trova su tutta la terra abitata, ciascuno in nazioni diverse. 


Questo è da salvare, proprio perché si trova in pericolo come i due precedenti popoli, ma in una condizione estremamente più grave di quella del diluvio. Gesù nella sua profezia dichiarò che ci sarebbe stata sulla terra una tribolazione, causata dall’uomo, tale da cancellare la vita di tutte le creature esistenti sul pianeta, se Geova non fosse intervenuto (Mt 24:21,22).










Dove ci troviamo ora nel corso della storia? 




Nel numero speciale di “Le Scienze” del Novembre 2016, (Edizione italiana di Scientific American) dal tema “Il futuro dell’umanità, alla pag. 61, ho trovato il sottotitolo “Siamo alla fine?” che faceva seguito al tema dell’articolo “La società civile resisterà?” (di Angus Deaton); Ho ritenuto importante confrontare l’articolo con ciò che la Sacra Bibbia rivela riguardo a questo soggetto. Cosa rivelano le profezie contenute nel libro di Dio?


Fine prima parte


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