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Pensiero dell'anno

Mamma!
Nella vita a volte è necessario saper lottare, non solo senza paura, ma anche senza speranza.
Sandro Pertini

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14/12/16

Vincere il male col bene


Romani 12:9 
Il [vostro] amore sia senza ipocrisia. Aborrite ciò che è malvagio, aderite a ciò che è buono

Cari fratelli,

In questi giorni mi è capitato tra le mani un libro interessante: "Uno psicologo nei lager", Di Viktor Frankl. Opera biografica, scritta di getto poco dopo essere uscito dai campi di concentramento, ha riscosso un notevole successo per l'angolazione psicologica che l'autore le ha dato. Mi ha sempre affascinato capire la mente umana. In questo caso come, in qualità di esseri umani, abbiamo potuto accettare simili atrocità, sia da parte dei carnefici che delle vittime. La sua esperienza, che spesso cercava di osservare da professionista ha fatto luce su alcuni aspetti delle reazioni umane di fronte agli eventi che potrebbero riflettersi anche nella congregazione e nell'organizzazione. Descrivendo il comportamento crudele di alcuni kapo, prigionieri assunti a ruolo di controllo di contro all'empatia di alcune SS che a loro rischio cercarono di aiutarli, Frankl trasse questa conclusione:

"Da tutto ciò possiamo apprendere che sulla terra esistono soltanto due razze umane, e solo queste due; la «razza» degli uomini per bene e quella dei «poco di buono». Queste due «razze» sono diffuse ovunque, penetrano e s'infilano in tutti i gruppi. Nessun gruppo è composto esclusivamente da persone per bene o esclusivamente da poco di buono"


Chi pensava che a noi non sarebbe accaduto, che questo paradiso spirituale non avesse serpenti e frutti proibiti ha dovuto ricredersi purtroppo. E' come non paragonare la rabbia di certi fuoriusciti che si lasciano andare ad uno spirito vendicativo e attaccano in ogni modo i vecchi compagni di fede? Spesso sono stati vessati e umiliati, le loro richieste di giustizia inascoltate e infine ostracizzati, è umano reagire, anche se nel modo sbagliato che ci abbassa al livello di chi ci ha fatto del male… molti prigionieri una volta liberati sprigionarono il loro odio con estrema crudeltà.

"Occorre molta pazienza perché questi uomini ritrovino la verità, del resto quasi banale, che nessuno ha il diritto di commettere un’ingiustizia, neppure chi ha subito un’ingiustizia".

Come non comprendere se chi ha subito qualche ingiustizia perde la gioia, tanto più se la sua causa di sofferenza viene considerata poca cosa, il suo dolore quasi una colpa perché non riesce a perdonare e a "mettere la cosa nelle mani di Geova"?

"Quando un uomo torna a casa, dopo avere tanto sofferto, e deve constatare che la gente gli concede solo una scrollata di spalle o luoghi comuni, spesso l'amarezza lo sommerge"

Infine, nelle avversità ciascuno è chiamato a mostrare a se stesso e a Dio di che pasta è fatto, come Giobbe, possiamo forgiare il nostro amore e la nostra fede o farci vincere dal male. Saremmo meschini se accusassimo le circostanze o altri delle nostre scelte. Ricordiamo che ciascuno di noi sarà vagliato come il grano, che il fuoco rivelerà se abbiamo scelto di edificarci con paglia o ferro.

"All'uomo nel Lager si può prendere tutto, eccetto una cosa sola: l’ultima libertà umana di affrontare spiritualmente, in un modo o nell’altro, la situazione imposta."

Purtroppo molti saranno destinati a perdersi, solo pochi riusciranno ad entrare per la porta stretta e a percorrere la strada angusta della verità. Essa non può essere incatenata ad un percorso religioso di regole e precetti. È piuttosto un cammino spirituale, qualcosa che plasma il nostro cuore e il nostro atteggiamento in modo da non farci piegare alle avversità.

"Proprio la vita nei lager ci ha mostrato che l'uomo è veramente in grado di comportarsi diversamente...persone che percorrevano le piazze d'armi e le baracche dicendo una parola buona o regalando l'ultimo boccone di pane. E se pure sono stati pochi, bastano questi esempi per dimostrare che all'uomo si può prendere tutto.. tranne la sua libertà interna...soffrendo rettamente, si può realizzare qualcosa: una conquista interiore. La libertà spirituale dell'uomo, quel bene che nessuno può sottrargli finchè esala l'ultimo respiro, fa sì ch'egli trovi, fino al suo ultimo respiro, il modo di plasmare coerentemente la propria vita".


Queste mie considerazioni cari fratelli, per ricordare a noi tutti che possiamo scegliere chi vogliamo essere e diventare. Non importa se ben visti o emarginati dagli uomini, fuori o dentro perchè lo sappiamo che sono concetti molto labili agli occhi di Dio. Si può essere pienamente attivi agli occhi della congregazione eppure morti spiritualmente, si può sembrare morti non facendo rapporto, eppure in pieno fermento, come Elia nel deserto. Apparentemente abbattuti ma non distrutti. Cosa determinerà lo spessore della nostra spiritualità? Ciascuno è chiamato a rispondere a se stesso e a Dio, molto dipende da ciò che abbiamo scelto di far crescere nel profondo del ns cuore. Amore, empatia, perdono, fede, lealtà o rabbia, vendetta, disprezzo e giudizio del ns prossimo?

Rom.12:9-21
9 Il [vostro] amore sia senza ipocrisia. Aborrite ciò che è malvagio, aderite a ciò che è buono. 10 Con amore fraterno abbiate tenero affetto gli uni per gli altri. Nel mostrare onore gli uni agli altri prevenitevi. 11 Non siate indolenti nelle vostre faccende. Siate ferventi nello spirito. Siate schiavi di Geova. 12 Rallegratevi nella speranza. Perseverate nella tribolazione. Siate costanti nella preghiera. 13 Condividete con i santi secondo i loro bisogni. Seguite il corso dell’ospitalità. 14 Continuate a benedire quelli che [vi] perseguitano; benedite e non maledite. 15 Rallegratevi con quelli che si rallegrano; piangete con quelli che piangono. 16 Abbiate verso gli altri i medesimi sentimenti che avete verso voi stessi; non pensate alle cose alte, ma siate attirati dalle cose modeste. Non divenite discreti ai vostri propri occhi.17 Non rendete a nessuno male per male. Provvedete cose eccellenti davanti a tutti gli uomini. 18 Se possibile, per quanto dipende da voi, siate pacifici con tutti gli uomini. 19 Non vi vendicate, diletti, ma fate posto all’ira; poiché è scritto: “La vendetta è mia; io ricompenserò, dice Geova”. 20 Ma, “se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli qualcosa da bere; poiché facendo questo accumulerai carboni ardenti sulla sua testa”. 21 Non farti vincere dal male, ma continua a vincere il male col bene.


Fespea